Altra Economia - Commercio Equo e Solidale
Il commercio, ovvero lo scambio (acquisto e vendita) di merci e beni (valutari o di consumo, mobili o immobili), e di servizi, è una delle attività principali su cui, da sempre, si fonda l'economia. Quando il commercio si svolge tra nazioni diverse si parla di commercio internazionale ed avvengono le cosiddette esportazioni ed importazioni.
Nei secoli, il commercio ha subito varie evoluzioni; a seguito dei mutamenti avvenuti nelle ere industriale e post-industriale dei mezzi di trasporto e di comunicazione, la convergenza verso un mercato globale senza confini fa oggi parlare del fenomeno della cosiddetta globalizzazione caratterizzato dalla crescente rilevanza delle società multinazionali. Nella letteratura economica e nelle statistiche si considerano soprattutto le forme di scambio registrate come transazioni a mezzo moneta. Gli scambi transfrontalieri di manufatti e prodotti agricoli (molto intensi nei paesi meno industrializzati) e gli scambi internazionali della finanza, delle armi, della droga, degli organi umani e di animali vivi e morti (molto forti tra i paesi più ricchi e i paesi meno industrializzati) sfuggono a questa rappresentazione anche se costituiscono una parte consistente delle economie di tutti i paesi. |
Per tali ragioni il fenomeno studiato dall'economia riguarda soprattutto lo scambio di beni, merci e servizi tra paesi attuati mediante il mercato capitalistico[1].Con Commercio Equo e Solidale (CEeS), Fair Trade in inglese, si intende quella forma di attività commerciale nella quale l'obiettivo primario non è la massimizzazione del profitto ma la lotta allo sfruttamento e alla povertà legati a cause economiche, politiche o sociali. È, dunque, una forma di commercio internazionale nella quale si cerca di sostenere e favorire la crescita dei produttori del Sud del mondo organizzati in forma associata (preferibilmente cooperative) e di garantire ai produttori ed ai lavoratori dei PEMES (paesi emergenti meno sviluppati) un trattamento economico e sociale equo e rispettoso dei diritti umani e dell'ambiente. In questo senso esso si contrappone alle pratiche di commercio convenzionale basate sullo sfruttamento del lavoro e dell'ambiente che si ritiene siano spesso applicate dalle multinazionali che agiscono esclusivamente nell'ottica della massimizzazione del profitto.
Il documento che costituisce una sorta di "manifesto" del commercio equo solidale nel nostro paese è la Carta italiana dei criteri del commercio equo e solidale (1999) che, all'art. 1, ne dà questa definizione: ”Il Commercio Equo e Solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale; esso promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e per l’ambiente, attraverso il commercio, la crescita della consapevolezza dei consumatori, l’educazione, l’informazione e l’azione politica. Il Commercio Equo e Solidale è una relazione paritaria fra tutti i soggetti coinvolti nella catena di commercializzazione: dai produttori ai consumatori”. Ad ulteriore approfondimento del CEeS: |
In questa forma di commercio (che definiremo “convenzionale”) l'intermediazione nel percorso del bene o del servizio dal produttore al consumatore contribuisce in modo considerevole alla determinazione del prezzo finale.
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Edizione contenuti Aprile 2012 - Riedizione grafica Luglio 2013
Copyright 2012-2013 ® Comitato Cittadino per la Cooperazione Decentrata della Città di Roma. Tutti i Diritti Riservati.
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