Altra Economia - Commercio Equo e Solidale - Modalità di FunzionamentoLE REGOLE:
I principali vincoli da osservare per entrare nel circuito del commercio equosolidale sono i seguenti:
Gli acquirenti (importatori diretti o centrali di importazione) dei paesi ricchi, si assumono impegni quali:
Più precisamente le attività del commercio equo e solidale si fondano su:
I SOGGETTI
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a) I produttori. I produttori del commercio equo sono rappresentati da piccole organizzazioni (generalmente a dimensione familiare o con struttura cooperativa) localizzate in aree svantaggiate dei paesi del Sud del mondo. L’adesione di questi produttori alla filiera del CEeS è finalizzata all’individuazione di nuovi sbocchi commerciali per i propri beni nei paesi più ricchi, al reperimento di assistenza tecnica nella produzione dei beni stessi (da nozioni sulle tecniche di coltivazione biologica all’assistenza nel design dei prodotti artigianali) e al conseguimento di prezzi più alti di quelli ottenibili sul mercato locale.
In cambio di questi vantaggi, i produttori che partecipano alla filiera del commercio equo si impegnano a garantire il rispetto di alcuni requisiti minimi riguardanti le condizioni di lavoro degli associati o dei dipendenti (in termini di libertà di associazione e contrattazione, condizioni di impiego e salute, salari), la sostenibilità ambientale dei processi produttivi adottati e la destinazione a fini sociali e comunitari del “Social Premium” pagato dagli acquirenti dei loro prodotti. |
b) I distributori. Nei primi anni di sviluppo del CEeS questi prodotti venivano distribuiti in maniera pressoché esclusiva attraverso le “Botteghe del Mondo”, negozi gestiti da organizzazioni senza scopo di lucro (spesso grazie all’apporto determinante di volontari) e specializzati nel trattamento esclusivo di prodotti della filiera del commercio equo e, in Italia in epoca più recente, anche di alcuni prodotti biologici provenienti dal mondo delle cooperative sociali che effettuano l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Oltre a svolgere una attività di distribuzione commerciale, le Botteghe del Mondo svolgono un ruolo cruciale di informazione, sensibilizzazione e divulgazione delle attività e delle proposte del CEeS.
In un periodo più recente, i prodotti del CEeS hanno interessato anche alcune catene della grande distribuzione organizzata (GDO), così come alcuni negozi tradizionali, sicché ora essi sono disponibili presso un ampio spettro di esercizi commerciali al dettaglio. Coop, che è stata la prima GDO a impegnarsi nel CEeS realizzando campagne di sensibilizzazione nelle scuole e presso i consumatori già da molti anni, ha anche aperto una specifica linea di prodotti del CEeS a marchio Coop (linea “Solidal”). L'approvvigionamento dei prodotti del CEeS nel rispetto delle regole del commercio equo è attuato storicamentre dalle centrali di importazione. In italia la più importante centrale è CTM Altromercato, leader anche a livello europeo; altre centrali sono: Altra Qualità, Commercio Alternativo, LiberoMondo, Equomercato, Roba, RAM, Equoland, Mondo Solidale. |
c) I certificatori. Il tema della certificazione costituisce uno dei nodi fondamentali per lo sviluppo del CEeS. Dalla necessità di garantire il rispetto delle regole del commercio equo, soprattutto nella grande distribuzione, e di aprire nuovi mercati ai produttori del Sud del mondo è nato nel 1994 TransFair Italia (divenuto Fairtrade Italia nel 2003), preceduto e seguito da altri marchi di garanzia in Europa, in Canada, negli Stati Uniti e in Giappone. Alla fondazione di FairTrade Italia avevano concorso le più significative organizzazioni del non profit, della cooperazione e della finanza etica che ancora ne costituiscono la base sociale. Il marchio, concesso in uso a importatori, aziende e catene distributive, viene salvaguardato attraverso il costante monitoraggio delle aziende e degli stessi produttori.Il sistema di certificazione Fairtrade è garantito a livello internazionale da FLO (Fairtrade Labelling Organizations), associazione che raggruppa i marchi nazionali e collabora con altre reti internazionali che operano per promuovere e attuare il CEeS: NEWS (Network World's Shops, il coordinamento internazionale delle Botteghe del Mondo), EFTA (European Fair Trade Association), IFAT (International Federation of Alternative Trade, coordinamento internazionale tra centrali di importazione e produttori).
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Il cosiddetto “Social Premium” serve per soddisfare i bisogni della comunità nel suo insieme finanziando i servizi e le infrastrutture che rispondono a necessità sociali insoddisfatte: scuole, centri di formazione, centri per cure mediche, strumenti di riduzione delle differenze sociali e per la tutela dell'ambiente. Il “Social Premium” costituisce circa il 5 per cento degli incassi lordi dei produttori e sono le cooperative stesse che ne decidono la destinazione. In questo processo è molto importante la partecipazione di tutti i membri della comunità.
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Edizione contenuti Aprile 2012 - Riedizione grafica Luglio 2013
Copyright 2012-2013 ® Comitato Cittadino per la Cooperazione Decentrata della Città di Roma. Tutti i Diritti Riservati.
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