Educazione - Educazione Formale
È difficile dare definizioni categoriche a concetti di costruzione sociale qual’è l'educazione, perché dipendono fortemente dal contesto spaziale e temporale. Ciononostante, una definizione chiara e accettata - in letteratura e dagli operatori - di quello che si intende per educazione formale la danno Combs e Posser e Ahmed[1]:
“Sistema d'istruzione strutturato gerarchicamente e ordinato cronologicamente, che va dalla scuola primaria fino all'università e include, oltre agli studi generali accademici, una varietà di programmi specializzati e di istruzione che forniscono formazione a tempo pieno in campi tecnici e professionali.” L'educazione formale ha delle caratteristiche fondamentali quali:
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Inoltre, i teorici della globalizzazione argomentano che l'educazione formale promuove dappertutto valori similari come l'educazione civica e la fedeltà agli stati nazione[2], termini oggi rivisitati e messi in discussione.
In questo tipo di educazione, la scuola o la struttura educativa presente ha come fine il promuovere lo sviluppo dello studente/studentessa mediante l'individuazione di obiettivi, metodi educativi e l'elaborazione di curricula in maniera precisa e sistematica. Un fatto condiviso, in quanto a educazione formale, è quello che riguarda la trasmissione di conoscenza mediante metodi di insegnamento stabiliti, il che ci porta a osservare brevemente la storia della pedagogia. Il principale rappresentante della pedagogia del '700 è stato Rousseau con un tentativo di rivoluzione metodologica dell'insegnamento che si contrapponeva al pensiero positivo. Rousseau, nella sua concezione di educazione naturale, affermava che l'educatore non si doveva imporre, né doveva imporre leggi o regole, doveva solo permettere che il corso della natura dell'educando si potesse compiere secondo il naturale cammino. Per Herbert, pedagogista dell'800, le condizioni per l'educazione erano il governo e la disciplina. Lui intendeva per “governo” il controllo esercitato dall'educatore sull'allievo per mantenere l'ordine. Herbert è convinto della necessità di un'istruzione educativa come trasmissione ed elaborazione della cultura. Questi pedagoghi rappresentano un piccolo esempio di come il concetto di educazione e i metodi di insegnamento si evolvono nel tempo, e si potrebbe andare avanti osservando il cambiamento nel '900 con le idee della scuola attiva, Montessori, Vygotskij, Decroly, Claparède, Bruner, ecc. fino ai tempi attuali dove si è vista la necessità di integrare l'educazione formale con quella non formale. L'incontro tra l'educazione formale e quella non formale, può dare origine a percorsi educativi più vicini alle esigenze dei formandi. |
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La Commissione Europea ed il Consiglio d’Europa hanno evidenziato l’importanza dei percorsi di apprendimento non formale ed informale, come modalità, unitamente ai percorsi di apprendimento formale, per il contrasto al disagio giovanile ed alla dispersione scolastica e come opportunità di acquisire comportamenti, conoscenze, abilità, atteggiamenti e competenze diversificate e personalizzate[3].
In questa direzione, in Italia, molte organizzazioni del Terzo Settore promuovono l'impiego nella scuola di metodiche tipiche dell'educazione non formale, con il fine di coinvolgere con maggiore partecipazione gli studenti in percorsi di educazione alla cittadinanza mondiale attraverso la trasmissione dei saperi curriculari. |
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Coombs, P. H. with Prosser, C. and Ahmed, M. (1973), New Paths to Learning for Rural Children and Youth, New York: International Council for Educational Development.
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Arnove, Robert F. Arnove, Robert F., ed. 1980. Philanthropy and Cultural Imperialism: The Foundations at Home and Abroad . Boston, MA: G.K.
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Libro Bianco “Un nuovo impulso per la gioventù europea” - COM (2001) 681 del 21.11.2001-; Comunicazione della Commissione al Consiglio - COM (2003) 184 del 11.04.03); Risoluzione del Consiglio del 25.11.03 in materia di obiettivi comuni sulla partecipazione e informazione dei giovani.
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Edizione contenuti Aprile 2012 - Riedizione grafica Luglio 2013
Copyright 2012-2013 ® Comitato Cittadino per la Cooperazione Decentrata della Città di Roma. Tutti i Diritti Riservati.
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